Un Bocale forte, compatto e determinato: così è giunto il pari nel derby…
Non siamo soliti esprimere giudizi, voti e pagelle sulle prestazioni dei singoli nelle partite che il Bocale ADMO disputa. Va però sottolineata la prova offerta dalla squadra domenica a Croce Valanidi contro la ReggioMediterranea, quello 0-0 difeso con i denti in nove uomini, riuscendo a mantenere altissima la concentrazione fino al 102′, nonostante il pensiero di tutti fosse distratto, giocoforza, da quanto accaduto ai compagni costretti a recarsi in ospedale. Quindi sì, questa volta, faremo un’eccezione, parleremo della prestazione dei singoli, ma senza aggiungere il classico voto da pagella.
Emiliano Manfredi – Debutta in una partita calda e delicata, inizialmente il giovane portiere forse paga l’emozione dell’esordio ed appare incerto in un paio di circostanze; presa confidenza con il match, acquista sicurezza e la infonde nei compagni di squadra, diventando anche provvidenziale nel finale di partita.
Alessio Mercurio – Aveva iniziato giocando alla sua solita maniera, grinta, corsa e sacrificio, sempre pronto alla lotta; poi l’episodio dell’infortunio, una grande paura per tutti e la reazione, costatagli l’espulsione. Per fortuna pare che dal brutto colpo subito non abbia poi avuto ripercussioni; lo attende però una inevitabile squalifica di almeno due giornate.
Salvatore Manganaro – Dalle sue parti si aggira un cliente scomodo che ben conosce, quel Mimmo Zampaglione capace di farti male in qualsiasi momento; all’inizio, Sasà lo perde un paio di volte. Poi però prende le misure dell’avversario e non gli concede più nulla, tanto che Iannì ad un certo punto è costretto a cambiargli corsia; fondamentale la sua esperienza nel finale di partita, quando gioca quasi da centrale di difesa aggiunto.
Ferdinando Guerrisi – Il solito Guerrisi, lucido, caparbio, determinato, si francobolla agli avversari che passano dalle sue parti e non disdegna sortite offensive, come quando strappa il pallone dai piedi di un avversario e pennella un assist al bacio per Secondi, fermato dalla grande parata di Parisi. Il doppio giallo è una punizione molto severa e certamente eccessiva; fino al rosso, la sua prova è perfetta, senza sbavature.
Estefano Mochi & Pasquale Brancati – Non li si può dividere nel giudizio, una coppia centrale omogenea e connessa quasi telepaticamente, con una sola eccezione: su un corner a proprio favore l’uno anticipa di testa l’altro meglio piazzato, peccato. Per il resto, una prova sontuosa, in particolare nell’assedio finale in cui la prestanza fisica e le capacità aeree delle quali sono in possesso consentono loro di giganteggiare e lasciare le briciole agli avversari.
Leo Secondi – Ha battagliato per gran parte del tempo da solo contro la difesa avversaria, giocando nel ruolo non suo di prima punta, ma che, data l’emergenza, con impegno e abnegazione cerca di svolgere al meglio; il capitano ha messo in difficoltà i centrali in più di una circostanza, come nella già citata occasione da rete di testa, parata miracolosamente da Parisi. Nella mezz’ora finale, dopo la doppia espulsione e l’infortunio di Postorino, si fa carico del difficile ruolo di primo ostacolo alle avanzate avversarie e al tempo stesso di elemento capace di far salire la squadra e dare un po’ di respiro; nel recupero, da una sua giocata quasi viene fuori il clamoroso gol della vittoria.
Giuseppe Foti – Lo aveva dimostrato segnando tre gol in tre partite di fila, lo ha confermato con le prestazioni offerte contro Corigliano e ReggioMediterranea: Peppe Foti sta vivendo una straordinaria fase della stagione. Non spreca mai un pallone, difficilmente commette errori in fase di impostazione, attua una regia ragionata e con i tempi giusti; innesca più volte con i suoi lanci calibrati i compagni d’attacco, le sue imbeccate mettono in crisi la difesa avversaria.
Adriano Puccinelli – Prima tempo da scheggia impazzita, agisce in un reparto d’attacco che offre pochi punti di riferimento agli avversari, riesce a mettersi in mostra con ottime intuizioni e non disdegna la lotta e il sacrificio quando c’è da difendere. Esce al quarto d’ora della ripresa con la squadra rimasta in dieci, prestazione di personalità. Dal 16’st Ernest Wojcik – Entra in campo nel momento in cui la ReggioMediterranea, con l’uomo in più, inizia ad esercitare un forcing maggiore, ma piazzato sulla corsia destra il gigante polacco non lascia passare neppure una formica, dimostrando ancora una volta, qualora servisse, la sua affidabilità.
Tonino Postorino – La sua partita, come purtroppo sappiamo, è finita poco prima della mezz’ora del secondo tempo; fino quel momento avevamo però ammirato il Postorino che concede meno allo spettacolo ma bada più al concreto, quello che gioca al servizio della squadra e non si tira indietro se c’è da rincorrere un avversario e ringhiargli contro. Ha avuto poche chance per accendersi a modo suo in questa partita, ma quando lo ha fatto è stato con una di quelle invenzioni che soltanto chi è in possesso del suo estro può creare: una rovesciata dal limite dell’area, stilisticamente perfetta, purtroppo però imprecisa e fuori di poco rispetto allo specchio della porta. Speriamo di rivederlo presto di nuovo in campo a sfoderare ancora queste magie. Dal 32’st Emanuele Tuzzato – Aveva lasciato il campo contro il Corigliano per recarsi in ospedale, subentra contro la ReggioMediterranea per un compagno costretto a sua volta al ricovero. Grazie al recupero extra-large la sua partita dura quasi mezz’ora, durante la quale non si risparmia, braccando gli avversari, spesso inducendoli in errore e un paio di volte contribuendo a ripartenze atte più far salire e respirare la difesa che non a tentare la via della in rete, per quanto riesca anche ad andarci vicino nel recupero.
Nunzio Tripodi – Abbiamo rivisto il Tripodi che conosciamo e che anche a Locri hanno ammirato nella scorsa stagione, quel ragazzo dalle lunghe leve che lotta come un gladiatore in mezzo al campo, e che quando è in possesso del pallone è in grado di farlo sparire da sotto gli occhi degli avversari, un prestigiatore coraggioso che ha ottimamente figurato contro la sua ex squadra. Valore aggiunto soprattutto nella ripresa quando con ancor più convinzione ha tirato fuori carattere e cinismo, oltre a tre o quattro serpentine ubriacanti, difendendo con attenzione e ripartendo palla al piede appena possibile.