A tu per tu con Leo Secondi – 2^ parte (con video finale)
La seconda parte dell’intervista con la punta argentina del Bocale, un modo per conoscere meglio lui, il suo mondo e il suo modo di fare calcio. Qualora vi foste persi la prima parte dell’intervista CLICCATE QUI. In appendice a questa parte conclusiva della nostra chiacchierata, il link per un video di YouTube dedicato a Leo Secondi, con alcune delle sue prodezze della stagione 2011/2012 chiusasi con il ritorno dei biancorossi in Eccellenza.
Buona lettura!
A livello di calcio dilettantistico, quali differenze hai riscontrato tra il calcio argentino e quello italiano?
In Italia, anche tra i dilettanti, si è più abituati al tatticismo; è una caratteristica che è propria del calcio italiano, la tattica è la parte fondamentale del gioco. In Argentina invece si cerca di far crescere i bambini, anche da piccoli, dal punto di vista tecnico. Non è un caso se grandi calciatori argentini giunti in Italia, hanno avuto difficoltà ad ambientarsi, soprattutto i giovani talenti; una volta abituati al gioco italiano molto tattico, allora riescono ad esprimersi al massimo delle loro capacità.
Hai nostalgia del calcio argentino? Ti manca qualcosa di ciò che vivevi giocando lì?
Mi mancano molto i 32.000 spettatori sugli spalti (ride, ndr). Il calcio italiano mi fa impazzire, fin da piccolo mi è sempre piaciuto, sognavo di giocarci e ho scelto io stesso di venire a giocare qui, lo sentivo nel destino, oltre che per le mie origini italiane. Del calcio argentino non mi manca niente, sono contento del calcio italiano e sono soddisfatto della mia scelta.
Sei rimasto legato particolarmente a qualche compagno con cui hai giocato in patria? Ricordi qualche allenatore in particolare che ti ha dato qualcosa in più?
Ho avuto dei compagni che sono stati più fortunati di me nel calcio, come ad esempio Julio Buffarini, capitano del San Lorenzo de Almagro, o Francisco Dutari, che come tanti altri hanno giocato o giocano ancora nella serie A argentina; e ho anche giocato nei Giovanissimi insieme a Javier Pastore. Tanti miei compagni di squadra sono stati più fortunati di me, probabilmente perché erano tecnicamente più forti di me. L’allenatore che mi ha dato di più è stato certamente Pochettino: mi ha fatto esordire in prima squadra, oltre ad avermi convocato nella Rappresentativa Nazionale di serie B.
C’è un calciatore al quale ti ispiri oppure uno che ti piace particolarmente?
Senza dubbio il calciatore argentino che più ammiro è Leo Messi, ma fin da quando ero ragazzino quello che più mi faceva impazzire era Rodrigo Palacio. Ai tempi del Boca Juniors giocando da seconda punta, era uno spettacolo vedere in campo; nel mio modo di giocare ho cercato sempre di ispirarmi a lui.
La tua prima esperienza in Italia è stata alla Giacomense: come ti sei trovato in quel primo campionato lontano da casa?
Mi sono trovato benissimo, soprattutto da un punto di vista calcistico. Purtroppo però avevo solo 17 anni, non ero maturo a sufficienza per giocare lontano dall’Argentina, così al termine della stagione ho fatto ritorno a casa. In campionato con la Giacomense è andata molto bene: ho fatto una trentina di presenze segnando anche alcuni gol.
In mezzo alle tue stagioni al Bocale, trovano posto tre campionati con la Taurianovese: un tuo pensiero su questa esperienza in giallorosso.
Sono stati tre anni bellissimi: prima abbiamo vinto il campionato di Promozione; l’anno successivo, partendo malissimo in Eccellenza, abbiamo fatto una rimonta straordinaria facendo, in quel lasso di tempo, più punti del Roccella che stava dominando il campionato, ma non siamo riusciti a compiere l’ultimo passo fermandoci al sesto posto, vicinissimi ai playoff; l’anno scorso invece è stato più difficile, ma siamo riusciti a salvarci all’ultima giornata proprio contro il Bocale. Tre anni pieni di soddisfazioni e bei ricordi, una bellissima parentesi della mia carriera.
Sogni, speranze e ambizioni, calcistiche e non, di Leo Secondi, per l’immediato e per il futuro.
Calcisticamente, il mio primo obiettivo da ottenere è cercare di riportare il Bocale in Eccellenza, in qualunque modo. Non mi interessa se arrivando primi oppure passando dai playoff, quello che conta è fare il salto di categoria, perché questa squadra e questa società lo meritano, e meritano il mio contributo. Il Bocale mi ha dato tanto in questi anni in Italia, sono legato a questa squadra e farò di tutto per farla vincere. Per il futuro, mi piacerebbe rimanere ancora qui a giocare, ma starà poi alla società decidere in base anche ai programmi; io sarò ben contento di rimanere ancora qui e indossare questi colori. Non punto più a giocare nei professionisti: ormai ho 27 anni, è un sogno che credo sia tramontato, anche se nel calcio e nella vita non si sa mai, ci sono già stati dei casi in cui un calciatore dilettante e non più ragazzino ha potuto fare il suo esordio tra i professionisti. A parte il mondo del calcio, un sogno che spero di realizzare presto, visto che sono felicemente fidanzato, è quello di sposarmi. Mi auguro anche di poter continuare a vivere a Reggio Calabria, mi trovo veramente bene qui, è la mia seconda casa ormai.
(2 – fine)
Alcune magie di Leo Secondi con la maglia del Bocale, stagione 2011/2012, sempre in Promozione e sempre con Casciano in panchina, conclusa con il ritorno in Eccellenza…