La lenta burocrazia e il sogno infranto di Nene
Lo scorso settembre un ragazzo di belle speranze giunse a Bocale, cominciando ad allenarsi in compagnia della squadra. Quel ragazzo è Amadou Nene, centrocampista senegalese classe ’96, tecnico, rapido e fisicamente esplosivo, un prezioso rinforzo per un Bocale che puntava a lottare per il ritorno in Eccellenza.
Ma come spesso accade, per i calciatori extracomunitari ci sono dei tempi tecnici da rispettare per avere la documentazione necessaria per il tesseramento. Giorno dopo giorno, l’attesa di Nene e dello stesso Bocale per avere l’ok si fece snervante, finché, a dicembre, ogni tassello della documentazione era finalmente stato messo al posto giusto; a quel punto, c’era solo da attendere il nullaosta dagli appositi uffici di Roma e per Nene il sogno di giocare in campionato sarebbe diventato realtà. Questo accadeva, come detto, a dicembre 2015.
Siamo arrivati ad aprile 2016, ben quattro mesi sono passati e domenica il Bocale giocherà l’ultima partita di campionato; in tutto questo, dalla Capitale il nullaosta non è ancora partito e Nene è ancora a Bocale, che si allena con il massimo impegno ogni giorno, ligio al dovere e sempre presente anche per le partite, costretto però ad accomodarsi in tribuna mentre in campo i suoi compagni fanno ciò che anche lui desidererebbe fare.
Un ragazzo di quasi vent’anni (li compirà a maggio), giunto dall’Africa per inseguire un sogno dalla forma sferica, accontentatosi dei campi dilettantistici per farsi conoscere e mostrare le sue qualità, ostacolato nella realizzazione del suo sogno una burocrazia lenta e antiquata.
Non nega mai un sorriso al prossimo Nene, ma nel profondo del suo sguardo è palese la tristezza; non si può non notare la malinconia con cui osserva i suoi compagni scendere in campo domenica dopo domenica. Non può giocare, non può fare la cosa che più adora, e non può neanche prendersela con qualcuno, se non con quella parola astratta chiamata ‘burocrazia’, che non ti indica un colpevole, bensì un sistema di norme e di persone che dovrebbero far funzionare il mondo attraverso esse.
E mentre il tempo scorre senza che la burocrazia svolga il suo dovere, Nene vede concludersi un campionato, una stagione, vissuta ai margini da spettatore, senza alcuna responsabilità se non quella di aver sognato. L’augurio per il ragazzo è che possa avere il prossimo anno la possibilità di poter finalmente giocare e mostrare le sue qualità, riscattando questa stagione amara fatta di lunghe attese e speranze disilluse.
Mi chiedo: è giusto che una burocrazia troppo lenta impedisca ad un ragazzo di poter seguire la sua passione? Non lo è, ma avviene lo stesso.