La vittoria di Filogaso è l’apoteosi del concetto di Squadra
Manca ormai pochissimo al Bocale ADMO per poter finalmente tagliare il traguardo e volare in Eccellenza, soprattutto dopo il successo di Filogaso, che ha portato i biancorossi a +11 sul Gioiosa, prossimo avversario giorno 8 aprile. Quella potrebbe essere la data della festa, per poterla celebrare sarà sufficiente uscire imbattuti dal “Ninetto Muscolo” di Roccella; male che dovesse andare, la festa verrebbe rimandata alla settimana successiva contro una Villese da battere per ottenere i due punti necessari per la matematica.
Vincere per la quattordicesima volta consecutiva non è stato affatto semplice però, il Filogaso ha approfittato del campo pesante che rallentava il gioco del Bocale, per arginarlo con l’agonismo e la forza fisica; molti sono stati i contatti al limite del lecito, in un turbine di fango e sudore. La squadra di mister Laface ha però mostrato quello che negli anni passati non sempre si vedeva, quel qualcosa capace di farti fare il salto di qualità e ti fa vincere anche partite simili: la determinazione, il ‘sangue agli occhi’, la rabbia agonistica, la furia combattiva di chi non ha paura di niente e nessuno. E se il Filogaso ci ha messo fisico e grinta, altrettanto hanno fatto Laurendi e compagni, in una prestazione che è certamente da elogiare per tutti, uniti verso un solo comune obiettivo. Una Squadra, un unico grande cuore scalpitante.
Dopo aver trascorso diverse settimane di calma piatta, Isidoro Leonardi è tornato a doversi impegnare, mostrando tutto il suo repertorio, parando un rigore ed ergendosi a leader, completando il tutto con una serie di parate decisive. Piazzato da mister Laface al centro della difesa, Ernest Wojcik ha dominato nel gioco aereo, ha lottato senza timore contro il più esperto Mercatante, impedendogli anche con la forza di potersi rendere pericoloso, per nulla intimorito dall’ammonizione ricevuta dopo neppure 20′. Pino Fava ha avuto bisogno di qualche minuto per prendere le misure allo statuario Landing, temibile, rapido e sgusciante, ma una volta capito come contrastare lui e gli altri che si avventuravano dalle sue parti, il terzino biancorosso è diventato insuperabile. Il cartellino giallo ricevuto a metà primo tempo avrebbe potuto condizionare la gara di Ferdinando Guerrisi, il quale invece non si è lasciato distrarre, ingaggiando duelli con chiunque tentasse di passare dalle sue parti, riuscendo spesso a prevalere e a far ripartire i compagni. Il giovane attaccante Cambrea se l’è vista davvero brutta, trovandosi di fronte Pasquale Brancati, schierato da mister Laface sulla destra, tempestivo, arcigno e scattante anche in questo ruolo che conosce alla perfezione. Che dire di Peppe Calarco più di quanto sia già stato detto? Si fa trovare nel posto giusto al momento giusto per segnare il gol del vantaggio, in difesa è insuperabile e sempre pulito negli interventi, facendo valere esperienza e tecnica insieme. Leo Secondi agisce a tutto campo, da regista prima, da mezz’ala poi, in difesa come in proiezione offensiva; abbiamo tutti negli occhi non solo i suoi lanci illuminanti, ma anche e sopratutto l’acrobatico salvataggio su Landing pronto a calciare a botta sicura, il quale ha invece centrato in pieno l’argentino ‘volato’ a strappargli via il pallone (l’arbitro non ha incredibilmente concesso il fallo su Secondi). Partita strepitosa di Andrea Gullì, che chiamato ad una lotta senza quartiere dagli avversari ignari, ha fatto loro tremare le ginocchia, sbarrandogli la strada, disarcionandoli e spedendoli gambe all’aria, con la stessa semplicità con la quale si va al bar a bere il caffè. Matias Barbuio ha giocato ancora una volta una partita di grande sacrificio, con un terreno di gioco infido che non gli ha concesso neppure uno scatto verso la porta, ma sempre pronto a dar manforte ai propri compagni, lavorando con loro e per loro, per farli salire costruendo possibili soluzioni offensive. Una fascia da capitano onorata senza alcun dubbio ancora una volta da Totò Laurendi, il carisma fatto uomo, un colpo con il fioretto e uno con il martello di Thor, per far capire agli avversari che il numero dieci sulle spalle non è solo tecnica, ma tanto altro da scoprire, a loro rischio e pericolo. Aveva una rabbia cieca da scaricare in campo Antonio Parrello, e così ha fatto, prima a destra, poi a sinistra, poi nuovamente a destra; le ha ricevute, perché spesso gli avversari potevano fermarlo solo con le cattive, ma le ha anche date, e qualcuno a Filogaso avrà gli incubi ripensando al suo sguardo determinato e rabbioso di chi vorrebbe spaccare tutto; dal 1′ a l 95′ a correre e lottare, tanto da indurre sul suo pressing l’avversario, proprio al 5′ di recupero, a compiere un retropassaggio che ha mandato in porta Postorino per il raddoppio. Peppe Foti entra in campo ed è subito in partita, prova ad illuminare con i suoi lanci una giornata grigia e piovosa, rincorre senza indugio i temibili avversari. Fin dal suo ingresso Tonino Postorino mostra subito quanta voglia di far bene possieda, scalpitando, scattando e tenendo alta la squadra, fornendo un assist per Secondi al termine di un contropiede, con il salvataggio sulla linea di un avversario; è pronto, è scattante, è adrenalina vivente, e non si lascia scappare l’occasione di far gol al 95′. Enrico Scilipoti e Marco Bianchi giocano pochi minuti, ma riescono comunque a fornire il loro contributo, l’uno cercando di correre via veloce, prendendosi i colpi proibiti degli avversari e facendo rifiatare la squadra, l’altro facendosi sentire da subito, uno dei leader storici biancorossi, a chiudere a doppia mandata e una volta per tutte la difesa.
Tutti a fornire un prezioso contributo, tutti a mostrare cosa significhi voler vincere ad ogni costo. Tutti uniti per un traguardo ormai ad un passo. Questo è il Bocale. Questa è una Grande Squadra.